Tendinopatia Achillea

E’ una condizione degenerativa a carico del tendine d’achille. Il sovraccarico funzionale che può verificarsi soprattutto durante attività sportive, determina inizialmente dei fenomeni infiammatori del paratenonio (struttura di rivestimento del tendine molto vascolarizzata) e successivamente dei fenomeni degenerativi del tendine (tendinosi). La tendinopatia può essere “non inserzionale” quando le fibre nella porzione centrale del tendine cominciano a rompersi mediante piccoli strappi, a gonfiarsi e ad addensarsi; o “inserzionale” quando coinvolge la parte inferiore del tendine, dove esso si inserisce al tallone. In entrambe le situazioni le fibre danneggiate possono indurirsi fino a formare delle calcificazioni.

L’esordio può esser dovuto a fattori estrinseci come la modalità di allenamento, il tipo di scarpe indossate, i terreni percorsi, ma si riconoscono anche fattori intrinseci come deviazioni assiali del calcagno (varismo-valgismo) o sagittali (piede cavo o piede piatto) e, in aggiunta, anche deviazioni assiali della gamba (tibia vara o valga) e influenze che possono provenire anche da strutture più prossimali.
Clinicamente la patologia si presenta con:
- dolore, inizialmente successivo all’attività e di breve durata (poche ore), poi anche a freddo (primi passi al risveglio mattutino) per poi diminuire o sparire durante l’attività motoria (dopo il riscaldamento) e ricomparire dopo l’attività
- difficoltà e diminuzione di forza alla contrazione contro resistenza, o nella deambulazione sulla punta dei piedi
- gonfiore ed ispessimento del tendine
La diagnosi è soprattutto clinica attraverso un’accurata anamnesi e palpatoria. Le indagini strumentali, come l’ecografia e la risonanza magnetica, possono essere di supporto per una valutazione più precisa dello stato delle fibre del tendine. In caso di calcificazioni tendinee potrebbe essere utile un approfondimento diagnostico con una radiografia.
Il trattamento di una tendinopatia è sempre molto delicato e le possibilità di successo dipendono dalla gravità del quadro patologico e dal tempo di insorgenza della sintomatologia. È comunque fondamentale impostare precocemente il trattamento riabilitativo che consiste in:
- riduzione del carico di lavoro, eliminando i fattori responsabili del dolore, senza interrompere l’attività
- terapia strumentale (Tecarterapia e Laser) per la riduzione del dolore e della fase infiammatoria
- terapia miofasciale e/o manuale per ridurre le tensioni muscolari e fasciali
- esercizio terapeutico che consistente in stretching e rinforzo eccentrico ed elastico della muscolatura, in particolare del polpaccio